Salta al contenuto principale
  1. Scrivere/
  2. Articoli/
  3. I lavori con Filtri/

Cosa ho imparato da numeri, il primo podcast di Filtri

·1262 parole·6 minuti

Parlare in pubblico mi terrorizza, pure se c’è un microfono come spartiacque.

Che cos’è Numeri #

Numeri è la prima serie interamente in podcast del collettivo di agitazione culturale Filtri. Grazie a un’intensa collaborazione tecnica con Querty, il programma mette insieme dodici puntate dedicate all’oggetto numerico, ai suoi usi, abusi e disusi, alla sua diffusione e iperesposizione nel mondo, anzi nei mondi; lo scrivo al plurale perché ogni puntata è stata un’esplorazione in ambiti, settori e studi differenti e per certi versi nemmeno immaginabili. Qualcuno le chiamerebbe nicchie, ma personalmente, non avendo scoperto quali confini possono avere, ritengo che siano temi troppo estesi per essere esauriti in una chiacchierata di un’ora davanti a un microfono che registra, ma non amplifica.

Esattamente come gli altri progetti di Filtri e come le serie tv, Numeri segue una struttura a stagioni che per questa fatica sono state tre: Numeri in aria, Numeri in testa, Numeri in pancia; trovate il riassunto in questa immagine promozionale:

Una parte importante di Numeri è stata il luogo delle interviste: se l’ospite era disponibile, la puntata succedeva in una vineria di una zona residenziale, in un locale della movida — sì, l’ho scritto davvero — più sfrenata o in un bar/birrificio di quartiere; quando l’ospite era a distanza, la puntata era registrata a casa di Francesco via Skype. La caratteristica comune tra le due modalità è la costante presenza di un pubblico, variabile tra le 7 e le 43 persone ambosessi, distribuito tra i tavolini e gli sgabelli di un locale pubblico oppure accomodato su un divano con i calzini ben in vista. Solamente una volta ci siamo ritrovati senza: la puntata 11 con Chiara Valerio dedicata al rapporto tra i numeri e la letteratura è stata registrata al Salone del libro di Torino, in una situazione a dir poco incredibile dentro a uno stanzino che poi abbiamo scoperto essere della Polizia di Stato. Chiaramente io non c’ero e non ci sono foto per dimostrarvelo.

Questo è stato in sostanza: con un costo prossimo allo zero aver creato occasioni, microeventi (remunerativi per i locali che ci hanno accolto) durante i quali offrire contenuti su un argomento ostico preso da diverse prospettive tecniche. Come curatori per noi è stato fondamentale trovare persone disponibili a partecipare e a proporre la loro sapienza e onestamente confesso che se inizialmente la curiosità su argomenti a me poco noti è stata la parte entusiasmante del progetto, successivamente la mia attenzione è stata più che altro rapita dalla passione trasmessa da chi raccontava.

Sì, ma cosa ho imparato? #

Questo è stato un primo insegnamento ricevuto — lo sto ancora elaborando e soprattutto tra riconoscere una dote altrui e provare ad applicarla c’è in mezzo un abisso: trasmettere passione per quello che si vuole raccontare è il primo passo per avere l’attenzione di chi ascolta. Banale, ma concreto.

Il secondo insegnamento ricevuto è a proposito di un concetto che per quanto puntuale sembra comunque nebuloso, l’innumeracy. Tradotto in italiano l’analfabetismo numerico sembra un ossimoro, tuttavia lettere e numeri viaggiano sullo stesso binario e l’incapacità di comparare grandezze o comprendere, analizzare ed elaborare dati, tabelle e grafici è la stessa del non riuscire a capire un testo che si sta leggendo.

L’insegnamento sulla innumeracy però non è tanto su cosa sia, piuttosto su come si dovrebbe affrontare, allenandosi alla difficoltà per riuscire a stare nel mondo in modo consapevole. Numeri è stato un discorso sulla complessità, su come maneggiarla scegliendo gli approcci e le materie guida dell’indagine.

C’è poi almeno una nozione per puntata che ho cercato di memorizzare e che cercherò di scrivere in maniera accattivante e acchiappascolti (nel caso non l’aveste capito dovete sentire le puntate!):

  • puntata 1, #Numeri: sapete come contavano i Babilonesi? La risposta è dopo il minuto 50:00;
  • puntata 2, #Filosofia: Kalokagathia, intorno al minuto 30:00;
  • puntata 3: #Matematica: dal minuto 23:30 si spiega la differenza tra scienza e disciplina;
  • puntata 4: #Econometria: per raccogliere big data non basta un foglio Excel, minuto 25:00;
  • puntata 5, #EconomiaComportamentale: che cos’è l’overconfidence dal minuto 39:50;
  • puntata 6, #Musica: il fonografo di Edison e la musica suonata o riprodotta, al minuto 27:00;
  • puntata 7, #BigData: i gps funzionano perché la Teoria della Relatività è giusta. Punto. Minuto 08:15;
  • puntata 8, #Medicina: minuto 21:30, anni ’90 in Gran Bretagna, un episodio a caso spiega l’importanza in termini di costi e benefici della differenza tra variazione del rischio relativo e del rischio assoluto;
  • puntata 9, #Azzardo: il ritmo medio di perdita è il motivo per cui il banco vince sempre, dal minuto 14:50;
  • puntata 10, #DataJournalism: focus in e focus out nei reportage, ovvero per raccontare un fenomeno è necessario unire la tendenza globale alle storie locali, mettendo dati e persone insieme come in questo longform citato nell’istante 16:30;
  • puntata 11, #Letteratura: la metafora non riesce a coprire il linguaggio-macchina, minuto 09:45, per questo gli scrittori hanno smesso di scrivere di e soprattutto con la matematica;
  • puntata 12, #ComunicazionePolitica: 21:35, la campagna elettorale permanente come concetto attuale.

Infine, perché i microfoni registrano e non amplificano #

Nella puntata 7, quella dedicata alla musica, una persona dal pubblico ci chiedeva di parlare più vicino ai microfoni perché non sentiva molto. Effettivamente chiacchierare in luogo pubblico davanti a un microfono non amplificato lascia perplessi, perché usarlo per registrare e non per farsi sentire dal pubblico che sta di fronte? La ragione principale è che per capire la complessità di Numeri (e di qualsiasi altro argomento) è necessario darsi tempo per assimilare, lasciare la possibilità di riascoltare e fornire una memoria di confronto. Questo ha senso per non essere costretti ad alzare il volume e infilarsi in quel calderone di fenomeni one shot; il podcast a serie indubbiamente ha questo vantaggio, lascia un’impronta forte che non si esaurisce al primo ascolto e rimane sempre lì a disposizione.

Dopo l’esperienza di Numeri Filtri ha partecipato al Grangia Fest, un festival di musica jazz ambientato in montagna, Val di Susa. Abbiamo sperimentato una faccenda totalmente nuova, ovvero essere ospiti in un contenitore più ampio che ha richiesto delle interviste ai musicisti; per la prima volta abbiamo avuto un committente. Ci siamo andati e questo è il risultato: è sempre un podcast, l’abbiamo chiamato Rifugio e sta in una nuova serie dal titolo Contemporanea che ci permette di essere agili e scattanti:

CONTEMPORANEA è una serie non continuativa realizzata in podcast che indaga la complessità e le contraddizioni del nostro tempo.
CONTEMPORANEA è uno strumento pensato per affrontare temi vari, in grado di rispondere in maniera veloce e organizzata a richieste anche molto diverse tra loro e inquadrarle in un discorso culturale più vasto, costruendo un corpus strutturato di concetti e significati collegati tra loro.
CONTEMPORANEA affianca la normale attività di FILTRI (serie e festival annuali o quasi) permettendo al collettivo di partecipare a eventi terzi portando la propria esperienza e propri strumenti di indagine e approfondimento.
CONTEMPORANEA è organizzata in stagioni, costruite su misura in base a idee e proposte pervenute o in procinto di pervenire. Ogni stagione è realizzata per raccontare un evento specifico, per lasciarne memoria attraverso un podcast e per inserire temi e significati in un contesto culturale di più ampio respiro.

Filtri tendenzialmente non vi affoga di notifiche, di post o di notizie false e tendenziose: usiamo i potenti mezzi del web in maniera depotenziata, quindi seguirci non vi costerà troppa fatica e stress. I recapiti sono:

www.filtri.xyz

Facebook

Twitter - ultimamente molto poco.

Newsletter - se capita, al sabato.

Spreaker - dove ci sono tutti i podcast.

E questo è il nostro logo, disegnato da Claudio Malpede.